Menarini Pills of Art: la Primavera di Botticelli

È uno di quei dipinti che tutti conoscono e che fa parte del nostro immaginario collettivo.

Il suo straordinario fascino, che incanta ogni giorno visitatori provenienti da tutto il mondo, non è solo legato alla sua bellezza ma all’aura di mistero che circonda l’opera, il cui significato più profondo non è ancora stato completamente svelato.

Stiamo parlando della Primavera di Sandro Botticelli, nuovo argomento delle nostre Pills of Art Menarini. Ritorniamo agli Uffizi e andiamo alla scoperta di questa celebre opera.

Menarini Pills of art: Sandro Botticelli

Conosciuto con il nome convenzionale di “Primavera”, questo capolavoro rinascimentale, grande 2,03 x 3,14 m e dipinto a tempera su tavola, fu eseguito da Sandro Botticelli, tra il 1478 e il 1482 circa.

Se non stupisce la precisione dell’artista nel raffigurare sul manto erboso ben 138 tipi di piante, scelte tra quelle che fioriscono nelle campagne fiorentine tra marzo e maggio, ciò che invece per la critica rappresenta un vero e proprio mistero, durato secoli, sono i 9 personaggi mitologici, inseriti nel bosco di aranci e alloro.

I 9 personaggi di Sandro Botticelli

Guarda il nostro video:

Partendo da destra troviamo Zefiro, personificazione del vento che soffia da ponente, che abbraccia e feconda il secondo personaggio, la ninfa Clori. Poco dopo Clori è raffigurata nelle sembianze di Flora, dea della fioritura.

Al centro della composizione, leggermente arretrati, troviamo la dea dell’amore Venere, castamente vestita e incinta, e Cupido, il dio dell’amore, raffigurato bendato mentre scocca il dardo. A sinistra danzano in cerchio le tre Grazie, divinità minori legate al culto della natura e della vegetazione; e infine chiude la composizione Mercurio, il messaggero degli dei con indosso elmo e calzari alati, che col caduceo allontana le nuvole.

Pur rimanendo misterioso e complesso il significato della composizione, l’opera celebra l’amore, la pace, la prosperità.

La Primavera di Botticelli: il significato

Secondo la critica più tradizionale, il dipinto dovrebbe essere “letto” da destra verso sinistra. I personaggi così rappresenterebbero le verità morali poste all’interno del giardino delle Esperidi, dove crescono i pomi d’oro dell’immortalità.

Il critico d’arte Aby Warburg fu il primo, nel 1893, a creare una correlazione tra il tema del dipinto e le teorie della cerchia dei filosofi neoplatonici frequentati da Botticelli. In base a tale teoria, la Primavera sarebbe la rappresentazione di Venere dopo la nascita (raffigurata nell’altro celebre dipinto), durante l’arrivo nel suo regno.

Negli anni Cinquanta, Ernst Gombrich e Erwin Panofsky portano avanti un’altra tesi in cui l’amore rappresentato da Botticelli, nei suoi diversi gradi, “arriva a staccare l’uomo dal mondo terreno per volgerlo a quello spirituale”. Ed è per questo che il gruppo di personaggi sulla destra sono la parte più interessante del dipinto.

Zefiro e Clori rappresenterebbero infatti la forza dell’amore sensuale e irrazionale, che però è fonte di vita (Flora) e, tramite la mediazione di Venere ed Eros, si trasforma in qualcosa di più perfetto (le Grazie), per poi spiccare il volo verso le sfere celesti guidato da Mercurio.

44 risposte a “Menarini Pills of Art: la Primavera di Botticelli”

  1. Il capolavoro per eccellenza, è un dovere ammirarlo dal vivo.
    La natura sensuale espressa in modo semplice e naturale che rapisce il pensiero.

    • Prima che dall’analisi si rimane stupiti dalla sintesi da un’armonia che tutto pervade.
      Assai interessanti le interpretazioni cui hanno dedicato intelligenza e sensibilità artistiche critici di alto spessore.

      • Io ho sempre pensato che la figura centrale rappresentasse la maternità nella forma più eccelsa, quindi la Madonna. In effetti le vesti riportano i colori con cui viene dipinta in tutti i quadri di Botticelli, è non solo.

  2. Grazie per questo bel commento artistico, Botticelli credo voglia anche celebrare la pace e la prosperità della Firenze di Lorenzo il Magnifico dopo le guerre sanguinose che l’hanno preceduta…

  3. Io, al di là di ogni possibile implicazione e spiegazione storica filosofica mitologica metafisica o altro, ci vedo forse la prima rappresentazione storico-artistica femminista. Per me questa opera rappresenta la nascita del femminile la nascita della donna.

    • Sulla scia dell’implicazione neoplatonica Botticelli celebra il significato della vita. È una ascesa che va a dare un senso del vivere attraverso i sensi che portano, tramite l’ amore, all’elevazione del pensiero.

    • Credo che siamo davanti ad una delle opere più significative e pregne del pensiero e clima culturale della Firenze di fine ‘400. Qui si respira l’alta erudizione della cerchia neoplatonica di Villa Careggi che filosofeggia sul concetto dell’amore, si intrecciano imminenti o passate storie, come quella di Semiramide con Lorenzo di Pierfrancesco, ma anche quella di chi non c’è più, come Simonetta e Giuliano. A fare da nume è un Dio come Ermes che è l’emblema della famiglia Medici, col suo caduceo spazza via le oscure ombre che hanno oscurato Firenze durante la congiura dei Pazzi. Il tutto suggellato direttamente dal bene divino, che al centro dell’opera, si manifesta nell’amore umanitas inscritto in un nimbo di serti di mirto incornicia Venere, il più alto dono che Dio ha fatto all’umanità: l’ “Amore” meraviglioso e insondabile, ove Eros e Grazia, gentilezza e sensualità, si intrecciano in una armonia unica e irripetibile.
      Questo e altro è il capolavoro che possediamo, oggi purtroppo, più conosciuto dagli stranieri che da noi italiani. Con i politici che ci ritroviamo, che tagliano ore di storia dell’arte ed energie al mondo dell’istruzione che volete che arriverà alle future generazioni.

  4. Se questo capolavoro degli Uffizi che da solo meriterebbe una visita
    a Firenze fosse ammirato più volte dai nostri politici chissà se
    riuscirebbero a litigare meno e a portare avanti questo governo.
    Auguriamoci che la Verga alata di MERCURIO abbia effetto!

  5. Al di là di ogni interpretazione allegorica il dipinto è “la bellezza” per antonomasia.E’ l’apice del rinascimento (insieme al David). Anche se lo hai visto molte volte,non ti stanchi mai di guardarlo.

  6. Esempio sublime della bellezza dell’arte italica,un messaggio universale che eleva lo spirito e la ragione di ogni uomo,

  7. L’alchimia del femminile! Un vero canto alla trasformazione che si opera per le vie dell’amore (carnale, materno, divino).

    • La bellezza del dipinto nasconde un gran segreto: bsta spostarsi di un passo e ti sembra di osservare un’altro dipinto. Luci, ombre e colori mutano in continuazione. Non è un dipinto ! Sono 1000 dipinti mutevoli anche nell’ incarnato dei colori! Non è un dipinto! È la Primavera del Botticelli!

    • La nascita di Venere, La Primavera, sono due opere magnifiche,realizzate nel XV secolo da Sandro Botticelli. Sono conosciute universalmente, e rappresentano due tra le massime espressioni dell’arte rinascimentale italiana.

  8. Per me è il quadro più bello che sia mai stato dipinto. È il trionfo del rinascimento pagano nella sua forma più alta. Un inno alla bellezza e alla serenità. Le donne del Botticelli sono di una bellezza inarrivabile

    • Opera di altissimo livello creativo, in cui si fondono: colori caldi e luninosi, lirismo lineare che unisce tutti i personaggi in modo tangente e, dulcis in fundo, la conoscenza del disegno, della prospettiva e volume plastico. È bellissima! Sprigiona un grande desiderio di proiettarsi in questo giardino incandevole.

  9. Lo tengo in camera da letto sulla testera da 30 anni e non mi ha ancora stancato, tutta’ altro, mi piace sempre di più. È bellissimo!

    • La Primavera di Botticelli
      Un dipinto la cui bellezza
      non può essere spiegata da nessuna interpretazione critica

  10. Meraviglioso dipinto di impagabile bellezza,ti apre il cuore ed e’ il simbolo della grandezza degli artisti del Rinascimento. Ce ne vorrebbe un altro di Rinascimento

  11. Prima che dall’analisi si rimane stupiti dalla sintesi da un’armonia che tutto pervade.
    Assai interessanti le interpretazioni cui hanno dedicato intelligenza e sensibilità artistiche critici di alto spessore.

  12. Certe immense emozioni si vivono solo guardando a lungo la “Primavera”….Da fiorentina puro sangue per i miei lunghi anni ..( 88 anni ) posso solo ricordare il mio primo batticuore di fronte al grande quadro e il fascino misterioso che porto ancora ..È magia pura che vive tutt’ora e mi tiene compagnia.

  13. Dopo più di 60 anni, in virtù di precedenza a paziente in ossigenoterapia, ho sbaragliato le code all’ingresso degli Uffizi e sono ripiombato in un UNIVERSO di sublime bellezza Ora si capisce perché ha più cultura un vecchio contadino di Greve che un triste professore odierno.
    Qui ci si imbibe di bellezza a tal punto che non la si riconosce più come straordinaria, ma come standard acquisizione. Quindi tutto il mal (macchinetta per l’ossigeno) non è venuto per nuocere. Godetevi la bellezza ragazzi!

  14. …da fiorentino puro sangue mi commuovo sempre guardando questo dipinto che sento essere anche “mio” perché trovo essere la sintesi della Toscana bellezza.

  15. Vorrei condividere l’interpretazione di un critico d’arte riguardante il famoso dipinto della Primavera del Botticelli Zefiro che feconda Clori e rappresentano l’amore sensuale che si trasforma in vita Flora che con la mediazione di Venere e Cupido attraverso la perfezione terrestre (le tre grazie) danno luogo a pensieri celesti che vengono trasportati nel cielo privo di nuvole dal dio Mercurio Mercurio

  16. La Primavera di Sandro Botticelli può essere considerata senza alcun dubbio il manifesto del Rinascimento; il manifesto della “rinascita” dell’uomo così com’era promossa da Ficino e Pico Della Mirandola: rinascita intesa come riconoscimento della dignità e della libertà dell’uomo e del suo ruolo centrale nella Natura. La Primavera così diviene la “Prima-Vera” luce della conoscenza, la sua “fonte”.
    Le tre Grazie impersonano, allora, “la danza” del tempo, un tempo ciclico senza inizio e senza fine che Eros, il principio orfico della creazione, mette in moto. Zefiro e Clori, l’amore passionale e l’amore casto, sono la congiunzione degli opposti che in Flora spargeranno i petali della fecondità e dell’abbondanza. Venere, al centro dell’Eden, è la ricezione Universale, la “Mater”, in cui come Atanor si compie l’alchimia.
    Infine spetta a Hermes, al messaggero degli dei, con il suo caduceo, con quell’armonia degli opposti che i due serpenti intrecciati del bastone rappresentano, aprire le nubi, dissipare i dubbi e svelarne il mistero.

    • Condivido anch’io che e’ un dei quadri piu’ belli del rinascimento per la bellezza che sprigiona guardandolo

    • Opera di altissimo livello creativo, in cui si fondono: colori caldi e luninosi, lirismo lineare che unisce tutti i personaggi in modo tangente e, dulcis in fundo, la conoscenza del disegno, della prospettiva e volume plastico. È bellissima! Sprigiona un grande desiderio di proiettarsi in questo giardino incandevole.

  17. Siete Stati Davvero -TUTTI, BRAVI- A DARE MERITO AD UN CAPOLAVORO INEGUAGLIABILE…
    VI È TANTA RICERCA CULTURALE
    NELL’ OPERA OLTRE, CHE ARTISTICA
    DA ESSERE INCOMPARABILE !!!
    NESSUNO -MAI- USERÀ I “NERI” PER
    CREAR VITA !!!

  18. Solo il Botticelli sa il significato del suo lavoro ma la bravura dell’ artista sta che chi osserva il dipinto può immaginare quello che vuole.

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