Menarini Pills of Art: La Flagellazione di Cristo di Caravaggio

Siamo a Napoli, nel bellissimo Museo di Capodimonte, dove lo storico dell’arte Claudio Sagliocco ci guida alla scoperta di un capolavoro di Caravaggio eseguito durante il suo esilio napoletano: La Flagellazione di Cristo.

Condannato a morte per l’omicidio di Ranuccio Tommasoni, avvenuto a Roma nel maggio 1606, Caravaggio trova rifugio a Napoli presso la famiglia Carafa Colonna.

La radiografia del dipinto presenta diversi ripensamenti, tanto da far ipotizzare una sua realizzazione nei due diversi soggiorni napoletani (1606-07; 1609).

La Flagellazione di Cristo di Caravaggio

L’asse portante dell’opera è il corpo di Cristo, illuminato da un’intensa luce proveniente dall’alto.
La figura sacra è in netto contrasto con gli aguzzini, resi ancora più spaventosi dalle espressioni grottesche e dall’oscurità dello sfondo che li avvolge.

Il volto di Cristo è completamente abbandonato. La sua testa, rivolta verso la spalla sinistra, potrebbe quasi scivolare a terra con tutto il corpo se non fosse sorretta con violenza da un aguzzino.

Anche il resto della corporatura è inerme, obbligata però a sorreggersi dal torturatore di destra, che spinge con il piede sul ginocchio di Gesù. In primo piano si scorge il terzo carceriere, che ha però il volto completamente oscurato, dettaglio che rende la scena ancora più tetra.
Così, quasi privo di sensi, Gesù accetta con estremo dolore il suo destino.

I movimenti sinuosi, sospesi e morbidi di Cristo sono in opposizione con i gesti violenti e rigidi dei suoi torturatori, accentuando ancora di più il contrasto e che domina la scena, oltre che dal punto di vista simbolico del bene e del male, anche dal punto di vista formale, culminando con la scelta del chiaroscuro. Questa tecnica conferisce un tono teatrale alla scena: la luce bianca su Cristo, per quanto ne evidenzi la sofferente condizione, presagisce la sua futura redenzione.

Questa particolare scena non si riferisce propriamente all’iconografia religiosa classica, ma s’ipotizza un rimando a La Flagellazione di Sebastiano del Piombo, che probabilmente Caravaggio aveva visto nella chiesa di San Pietro in Montorio a Roma.

Questo modo di dipingere del tutto fuori dalle convenzioni dell’epoca e lontano dallo stile più eccentrico del tardo manierismo, ma invece legato alla concretezza della realtà, dei corpi e alla spontaneità delle emozioni, lascerà un segno indelebile nella storia della pittura, rendendo Caravaggio immortale.

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34 risposte a “Menarini Pills of Art: La Flagellazione di Cristo di Caravaggio”

      • Opera immortale di Caravaggio. Essa rappresenta il sacrificio di Cristo-uomo, simbolo del movimento che porterà il suo nome, e che conquisterà il mondo.

      • ho spiegato ai miei studenti Banksy, partendo dalle mani spruzzate di Altamura e passando per il Davide e Golia di Caravaggio…. quando hanno dovuto scegliere un soggetto di Banksy da disegnare… ino di Loro mi ha fatto notare che anche Banksy aveva fatto un Davide contro Golia…

    • Grazie di questa pillola d’arte!
      Grandissimo Caravaggio, come sempre…..
      Sono un medico in pensione e ricordo la vostra rivista d’arte Minuti Menarini che ho ricevuto per molti anni.

    • ho visto di recente i Caravaggio della chiesa dei francesi di Roma
      ho provato, pur senza guida, alla sola loro vista, soprattutto quello di destra, un’emozione fortissima fin quasi alle lacrime.
      mi son bastate quelle vedute per dirmi, in cuor mio, Primo ora puoi andartene perché hai visto tutta Roma

  1. Bellissima lettura, semplice e densa di notizie
    Il breve filmato esalta l’emozione suscitata dal Capolavoro

  2. A Napoli anche l’ultimo dipinto di Caravaggio: Sant’Orsola. Meraviglioso e commovente come gli altri, più degli altri.

    • Questa flagellazione col suo chiaroscuro da all’ evento tutta la drammaticità divina mista alla violenza umana mentre Sant’ Orsola non gode della completezza dei particolari se non nei colori richiamanti il martirio dell’ umano tra l’ arroganza del potere e l’indifferenza degli osservatori e…spettatori!

      • Caravaggio è inesprimibile in un aggettivo… bellezza, arte sono riduttivi. senz’altro uno dei più grandi geni dell’umanità… perfezione, emozione, passione… eccelso. sublime. ed è ancora poco per definirlo

    • Caravaggio è un grande artista ed è quello che amo di più. Ho avuto la fortuna di vedere quest’opera dal vivo e l’ho trovata splendida….mi ha emozionato tanto!!

  3. Ti fa entrare nel quadro, e come se fossi presente, sei parte di quello che vedi
    Esalta l atto religioso facendoti fare la scelta, ma tu cos avresti fatto? Di una bellezza umana grande

    • Caravaggio: un grande che non smette mai di emozionare e di rapire! Sono un medico in pensione e custodisco gelosamente tutte le vostre riviste di storia dell’arte che , periodicamente, sfoglio.Grazie

        • vedere i quadri di Caravaggio è una enorme emozione, ti manca il respiro nell’ammirare gli squarci di luce che avvolgono le forme umane. Artista “irresistibile” non ci sarà mai uno come lui.

  4. Se la pittura e’ l’arte della luce . . . Caravaggio è l’artista della luce. Di quella “luce” che fende il buio e squarcia le tenebre, che investe e inonda come fiume in piena , che fa emergere dall’oscurità e rende partecipi , osservando, della Sacralità che il Tutto pervade .

    • Quanti capolavori da questo artista…sono reduce da Milano dove ho visto il suo San Girolamo penitente. Più lo guardi e più ti emoziona. Mi permetto di segnalare, in tema di luce-chiaro/scuri, Cristo e Caifa di Gerrit Van Honthorst, toglie il fiato.

      • tempo fa era custodito in San Domenico maggiore ed ebbi la fortuna di sostare davanti al Christo per lungo tempo. Oggi lo possiamo ammirare a Capodimonte, subire la catarsi, purificarci attraverso quel corpo illuminato da un pennello divino.

  5. Un genio assoluto capace di innovare usando la luce in modo sublime. Più che dipinti i suoi sono effetti scenografici straordinari e di una forza infinita. Un Titano capace di stupire oggi e per sempre perché è stato in grado di aprire nuove strade, nuovi punti di vista, nuovi angoli di osservazione e anche, perché no, di sperimentazione. Un genio assoluto.

  6. l’artista cerca di esprime oggettivamente,ciò che la sua anima palpita soggettivamente ,,cercando di condividerne i meandri dell,emozione dei sentimenti !

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