Premio Fair Play Menarini 2018: tutto il meglio dello sport

«Più di una volta ho riconosciuto ai miei avversari che avevano meritato di vincere, semplicemente perché avevano giocato meglio di noi. E non è stato una sola volta, ma più volte. Ho vinto molto per fortuna in questi anni, e alcune volte era grazie all’abilità di alcuni giocatori come Platini, Boniek e Paolo Rossi, che riuscivamo a vincere. Allora andavo in conferenza stampa e davanti ai colleghi riconoscevo che queste squadre avevano giocato meglio di noi.» 

Questa è la testimonianza di Giovanni Trapattoni, un mito vivente che pochi giorni fa, il 19 luglio, nella lunga notte dedicata al fair play nello sport, ha ricevuto il premio Una vita per lo sport, all’interno della manifestazione Fair Play Menarini.

«Per il sesto anno consecutivo – ha commentato Ennio Troiano, corporate HR directorMenarini ha voluto omaggiare i campioni che portano i valori dello sport e della vita in giro per il mondo, rappresentando un esempio positivo per le nuove generazioni.»

Guarda il video e le interviste ai campioni Fair Play Menarini 2018

Premio Fair Play Menarini 2018: tre giorni di puro fair play

 Fair Play è accettare la sconfitta, la sfida, mettersi in gioco.

È riuscire a fare i complimenti al tuo concorrente

e dire “Hai fatto meglio di me, sei stata bravissima”.

Carolina Kostner

 Alla sua XXII edizione, e per il sesto anno sostenuta dal nostro Gruppo Menarini, la tre giorni Fair Play può essere definita un lungo momento di condivisione, sensibilizzazione e partecipazione.

Condivisione, perché lo sport deve essere ispirarsi ai valori etici, di fair play e culturali.

Sensibilizzazione, perché è necessario far crescere, quale elemento culturale degli uomini e dei popoli, la consapevolezza di radicare nei giovani, dirigenti e sportivi in generale una concezione dello sport che dia più valore al rispetto della persona, alla non discriminazione, alla competizione leale e pulita, alla non violenza e lotta al doping.

Partecipazione, perché solo diffondendo la cultura olimpica e i principi e valori educativi nello sport, possiamo ampliare l’interesse e la formazione dell’Olimpismo.

 Da oltre vent’anni, i protagonisti che hanno segnato la storia contemporanea del mondo dello sport internazionale, con le loro performances e con gesti particolarmente significativi, si incontrano durante le “giornate del fair play” e sono stati premiati per essere un esempio per i giovani e per tutti.

Menarini con i grandi campioni dello sport per parlare di fair play

“Una notte magica”, così è stata definita dalle tante persone che hanno preso parte a questa straordinaria cerimonia. La piazza del Municipio di Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, era gremita di gente.

Ancora una volta la serata conclusiva del Premio Fair Play Menarini ha richiamato l’attenzione di tanti appassionati, giornalisti e tifosi dei protagonisti di questa edizione.

Da Giovanni Trapattoni ad Arianna Fontana, da Antonio Di Gennaro a Massimo Rastelli, da Carolina Kostner a Toni Kukoc passando poi per Vanessa Ferrari, Marco Bortolami, la coppia del volley azzurro Davide Mazzanti e Serena Ortolani, Elisa Santoni, Robert Korzeniowski, Stefan Holm, Daniela Hantuchova, Charlotte Kalla, Marco Maria Dolfin, Xavier Jacobelli, l’AS Cittadella rappresentata dal presidente Andrea Gabrielli e che ha ricevuto il premio dal presidente della Lega B, Mauro Balata.

«È un premio a cui teniamo molto perché premia grandi sportivi, dal punto di vista del risultato, ma che sono anche grandi persone, con valori di correttezza, di competizione pulita; e sono valori questi da trasmettere soprattutto ai nostri giovani – ha commentato Lucia Aleotti, membro del CDA Menarini – durante la cena di gala a Piazzale Michelangelo a Firenze.

Lo sport ha l’aspetto dell’agonismo che è un aspetto indispensabile, però è anche portatore di un’immagine e di un esempio nel mondo che deve essere un esempio pulito. Allora gli sportivi che vengono premiati nel contesto del premio Fair play Menarini sono sportivi che hanno raggiunto risultati sportivi eccezionali da un punto di vista agonistico, ma sono anche state persone molto pulite, molto per bene». E dunque, continua Lucia Aleotti, «le cose, per essere fatte bene, devono essere fatte bene dalle fondamenta: molte persone che lavorano con noi sono molto giovani, soprattutto i neoassunti negli ultimi anni, e sono ragazzi che hanno percorsi di studi molto importanti, che si sono sacrificati, hanno approfondito, sono ragazzi che stanno dando molto all’azienda. Un’azienda in cui c’è molto entusiasmo, in cui ci sono persone giovani, qualificate, che hanno voglia di lavorare, non può che essere un’azienda sana e forte».

Scopri il racconto delle prime due giornate di Fair Play Menarini 2018

 

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