Menarini Pills of Art: la Madonna del Granduca di Raffaello

Siamo all’interno di Palazzo Pitti, nella sala di Saturno della Galleria Palatina, il luogo che conserva il maggior numero di dipinti di Raffaello Sanzio.

Olivera Stojovic, esperta d’arte fiorentina, ci guida alla scoperta di uno dei quadri più riprodotti dell’Urbinate: l’affascinante Madonna del Granduca.

Raffaello e il soggiorno fiorentino

Questo dipinto venne realizzato in un periodo fondamentale per la crescita artistica di Raffaello: tra il 1504 e il 1508, anni in cui il pittore soggiornò a Firenze, mentre vi stavano lavorando Michelangelo e Leonardo da Vinci. Ebbe così l’occasione di studiare le opere di questi grandi artisti, ma anche l’ampia produzione di questo soggetto sacro nei bassorilievi quattrocenteschi, tratti da modelli di Donatello, Luca della Robbia e Ghiberti, diffusi nelle case nobiliari, nelle chiese o nei tabernacoli della città.

Da questi studi Raffaello elaborò una propria interpretazione delle figure Sacre, fondendo la plasticità degli scultori del secolo precedente con la sobrietà di Fra’ Bartolomeo e lo sfumato di Leonardo.

La Madonna del Granduca

La Madonna, in piedi, con il Bambino in braccio, che mostra all’osservatore, campeggia su uno sfondo nero. Il loro abbraccio è dolce e affettuoso, ma mentre lo sguardo dell’infante è rivolto verso lo spettatore, quello della Madre guarda verso il basso, quasi a riflettere il dolore e la terribile consapevolezza del futuro sacrificio del Figlio. Il lieve scarto dall’asse verticale della Madonna e l’aggiustamento dinamico dei piedini del bimbo avviano un moto rotatorio contrapposto nelle due figure, unite come due valve, che le proietta verso l’esterno.

Un recente esame radiografico ha mostrato, sotto lo sfondo unito, la presenza di una finestra ad arco con uno scorcio di paesaggio sulla destra e la traccia di un sedile orizzontale. Dopo un’iniziale ipotesi che si trattasse di un cambiamento successivo per adattarlo al gusto del tempo, è stato invece suggerito che il fondo nero sia stato un ripensamento dello stesso Raffaello.

Non si hanno notizie del committente dell’opera. Il dipinto fu acquistato presso l’antiquario fiorentino Gaetano Gaglier nel 1799 dal granduca Ferdinando III di Lorena, da cui l’opera prende il nome. Il monarca fu infatti molto legato a questo dipinto che conservava gelosamente nelle sue stanze private e concedeva di farlo vedere o copiare solo in sua assenza. La sua fama si deve alle numerose repliche ed incisioni, soprattutto sette-ottocentesche. Soltanto dal 1882 la Madonna del Granduca è stata esposta nella Sala di Saturno, da cui non è mai stata spostata ed è uno dei dipinti più noti di Raffaello nella Galleria Palatina.

 

12 risposte a “Menarini Pills of Art: la Madonna del Granduca di Raffaello”

  1. È una lodevole iniziativa da parte di una importante azienda divulgare l’arte in questo modo .
    Avvicina più persone a questi Capolavori Italiani che vari motivi non sarebbero mai ammirati .
    Grazie , Menarini sarà molto apprezzata per questo legame con la cultura .

  2. Ottima iniziativa.Contribuisce a divulgare al grande pubblico la conoscenza di capolavori dell’arte italiana.

    • Come medico ho sempre apprezzato le iniziative del Gruppo Menarini per l’arte ed ho avuto l’onore di essere invitato a mostre e iniziative di cui conservo i preziosi cataloghi. Sono contento di aver trovato questo riferimento on line che trovo ancora una volta di grande interesse. Sarò un assiduo fruitore delle vostre proposte. Grazie.

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