Menarini Pills of Art: Danae di Tiziano

Siamo nel bellissimo Museo nazionale di Capodimonte, a Napoli, per scoprire insieme la storia di uno straordinario dipinto, fortemente voluto da Alessandro Farnese, trafugato dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale e ritrovato in una miniera di Salisburgo; infine riportato a Napoli nel 1947, dopo la fine del conflitto: stiamo parlando della Danae di Tiziano.

A farci da cicerone in questo nuovo viaggio delle Menarini Pills of Art ci sarà con noi Claudio Sagliocco, storico dell’arte, pronto a raccontarci gli aneddoti che si celano dietro questa importante opera.

Danae e la poesia mitologica di Tiziano

Il mito di Danae era molto conosciuto ai tempi di Tiziano, infatti non solo non fu l’unico a riprendere lo stesso soggetto (si contano Rembrandt, Correggio, Artemisia Gentileschi fino al Novecento con la Danae di Klimt), ma ne eseguì anche più versioni nel corso degli anni.

Danae, figlia di Euridice e di Acrisio, re di Argo, venne rinchiusa dal padre in una torre, al fine di impedirle di dare alla luce il figlio che, secondo la profezia dell’oracolo di Delfi, lo avrebbe ucciso.

Tiziano ci racconta nel suo dipinto il momento in cui Zeus riesce a raggiungere Danae nella sua stanza, trasformandosi in pioggia d’oro; immortalando così l’attimo prima di metterla incinta di quel famoso figlio, Perseo, che ucciderà Acrisio.

Quella che ci restituisce l’artista è un’immagine estremamente passionale: Danae è distesa sul letto, in un atteggiamento di abbandono, con accanto il giovane dio dell’amore che, quasi in contrapposizione alla stessa protagonista, mostra un’aria spaventata per la pioggia divina che sta scendendo.

Le intense tonalità cromatiche esaltano la scena e l’assenza del disegno e del chiaroscuro rendono ancora più fluidi e compatti i colori, incastonando l’opera tra le migliori raffigurazioni dell’opulenza femminile cinquecentesca. Eppure c’è dell’altro. La vera capacità dell’artista è quella di aver saputo raccontare con le sue pennellate la storia di questo pulviscolo dorato e, attraverso questo, il momento dell’estasi dell’amore.

Una poesia mitologia fatta di luce e colori che rappresenterà per i contemporanei di Tiziano e per i suoi seguaci l’acme di tutta la sua produzione artistica.

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