Annuario Istat 2017: come cambia l’industria farmaceutica in Italia

Come ogni anno, ormai dal lontano 1878, l’Istat ha presentato il suo Annuario statistico italiano per poter comprendere meglio i cambiamenti della società; anche l’industria farmaceutica rientra in questo quadro d’analisi che ne interpreta la presenza industriale.

Vediamo insieme quali cambiamenti stanno interessando l’Italia.

 Più iscrizioni al corso di laurea

Nell’anno accademico 2015/2016 si contano 19.275 iscritti ai corsi di laurea di primo livello del gruppo “chimico-farmaceutico”, con una crescita delle immatricolazioni del 28,1% rispetto all’anno accademico precedente.
Cresce anche la presenza delle donne in queste facoltà che si attesta al 57,1% del totale. Se si considerano i dati dei corsi di laurea specialistica/magistrale a ciclo unico, la presenza femminile è ancora più significativa: su 43.702 iscritti, il 72,6% è donna.

Annuario Istat 2017: le aziende farmaceutiche italiane e straniere

Vi siete mai chiesti quante sono le case farmaceutiche “a controllo estero residenti in Italia”? Sono 108 e, da quanto emerge dall’Annuario Istat, rappresentano il 61,8% del fatturato totale, il 53% degli addetti (30.235).

Mentre le imprese del farmaco “a controllo nazionale residenti all’estero” rappresentano il 42,4% del totale, il 20% del fatturato e il 40,7% degli addetti (23.220 collaboratori).

I farmaci: le “merci” più esportate dall’Italia verso l’estero

Sembra proprio così: dopo le automobili, i farmaci e i preparati farmaceutici sono le “merci” più esportate dall’Italia verso l’estero.

Un export di quasi 18,8 miliardi di euro, cresciuto del 7% tra il 2015 e il 2016.

In generale, rispetto al 2015, l’Italia registra nel 2016 un aumento dell’avanzo commerciale (differenza tra beni esportati e importati) pari a 9,7 miliardi di euro, raggiungendo un totale di 51,5 miliardi.

Il primato nell’innovazione dell’industria farmaceutica

L’innovazione fa girare il mondo.
Robert Metcalfe

Innovare è importante in tutti i campi, ma nel settore farmaceutico è oggi fondamentale per permettere un continuo miglioramento delle possibilità di cura.

Secondo i dati Istat – nel triennio 2012-2014 – l’87,6% delle industrie farmaceutiche ha investito in attività innovative; un primato assoluto, se si pensa alla media del 50,5% registrata per il totale dell’industria italiana.

Anche il confronto della spesa per l’innovazione mostra la farmaceutica in vetta alla classifica. Nel 2014 le imprese (di tutti i comparti) con almeno dieci addetti hanno investito complessivamente 12,2 miliardi di euro per l’innovazione: mentre nell’industria, in generale, la spesa media per addetto è pari a 8 mila euro e sale a 9 mila euro nelle grandi imprese, la spesa media per innovazione nelle aziende farmaceutiche è di 20mila euro per addetto.

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