1915. Archimede Menarini e l’inizio di un sogno

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Tutto ebbe inizio nel 1915, quando Archimede Menarini volle lasciare la sua Napoli per spostarsi a Firenze.

Malgrado il periodo tutt’altro che facile, Archimede Menarini aveva le idee ben chiare sul suo futuro: voleva trasformare la sua farmacia in una vera e propria industria farmaceutica che si estendesse oltre i confini italiani.

Aveva già precedentemente iniziato a Napoli il suo lavoro di produzione con primi medicamenti, quindi gli serviva solo una nuova città per iniziare il suo sogno… e delle vetrerie abbastanza vicine per il rifornimento di fiale!

Firenze era dunque la città perfetta, poco distante da Empoli, rinomata per la lavorazione del vetro! Scelse, in particolare, il Campo di Marte, vicinissimo al centro storico, ma soprattutto vicino alla stazione e curò personalmente il disegno dello stabilimento.

La prima sede Menarini a Firenze

Sfogliando le foto dell’epoca è possibile fare un tuffo nella storia e scoprire come era strutturata la prima sede Menarini.

archimede menariniSi trattava di un tipico edificio del Novecento, a U con una corte interna e grandi finestre. Gli uffici erano rivolti verso la strada principale e i laboratori invece erano situati nella parte più interna, verso la campagna; mentre la corte era usata come magazzino per semplificare lo spostamento dei materiali. Sempre nelle stesse foto, è raffigurata una ciminiera: ma in realtà non è mai esistita, era solitamente usata nelle pubblicità per dare l’idea della “fabbrica”!

sala macchinarioAll’interno, nei laboratori, tavoli in legno e becchi bunsen, filtri, distillatori, bilance in ottone e tante bottiglie con il tappo in vetro smerigliato riempivano lo spazio a perdita d’occhio e caratterizzavano quei luoghi. Il reparto di produzione, a quel tempo, era dedicato alla produzione del Metarsile, un ricostituente, e produceva ben 10.000 flaconi al giorno: davvero una cifra importante per quegli anni!produzione


I flaconi venivano riempiti a caduta e per la chiusura ci si affidava a un sistema un po’ più manuale: tappo in sughero e martelletto di legno. La chiusura era fatta con la ceralacca.

Nei laboratori e lungo i corridoi era facile incontrare le lavoranti del reparto fiale con le loro divise da lavoro. fiale

Provate a immaginarle: vestito bianco, cuffietta per avvolgere i capelli e occhiali avvolgenti. Ma malgrado la severità del vestito, si intravedono le bellissime acconciature anni Venti!

Dal reparto produzione si passava a quello di confezionamento: i flaconi venivano protetti con un cartone e venivano inseriti nella confezione con il foglietto illustrativo.imballaggio

Il reparto imballaggio, invece, era una vera e propria falegnameria: venivano preparate con cura le casse di legno, che erano indispensabili per proteggere le confezioni dei farmaci, naturalmente in vetro, durante il trasporto fino alla stazione. Non dimenticate che il trasporto avveniva con i carri!

amministrazioneInfine, l’ufficio amministrazione. Dimenticate pc, fax, skype e email, e immaginate grandi scrivanie di legno con telefono a manovella, calamai, penne e pennini, carta assorbente. Vi sembra un altro mondo?

Archimede Menarini e il sogno di un’azienda farmaceutica internazionale

Per Archimede Menarini quello era l’inizio di quel suo sogno tanto inseguito a Napoli con l’insegna “Internazionale”.

Dal quel 1915 sono passati 100 anni, e oggi il Gruppo Menarini ha oltre 100 sedi nel mondo e quasi 16mila dipendenti! Al nostro headquarter, ancora nella stessa identica via del 1915, a Firenze, possiamo incontrare ogni giorno colleghi che provengono dall’India, dall’Australia, dalla Spagna… e da tantissimi altri paesi.

Tantissime persone da tutto il mondo che parlano lingue differenti unite però in un’unica famiglia, quella del Gruppo Menarini.

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