Premio Fair Play Menarini 2016: le nostre interviste ai campioni

I tre giorni del Premio Fair Play Menarini 2016 hanno portato tanta allegria e passione sportiva a Castiglion Fiorentino, che per l’evento è diventato il centro nevralgico del fair play.
Durante queste 72 ore abbiamo parlato con grandi campioni dello sport e per 72 ore abbiamo discusso sull’importanza dei valori, di condividerli con gli altri e di riuscirli a trasmettere.

Ecco le nostre interviste a 5 campioni dello sport, premiati in questa edizione speciale di Premio Fair Play 2016, e le parole più belle che ci hanno detto.

Premio Fair Play Menarini 2016 interviste ai campioni della XX edizione

Peter Fill – vincitore Coppa del Mondo di discesa libera di sci

Premio Fair Play Menarini 2016 intervisteLo sport è emozione. Sulla Corviglia di St. Monitz, hai regalato la prima coppa del mondo di discesa all’Italia. Cosa hai provato?
La prima Coppa del Mondo di discesa è un’emozione molto forte. È un obiettivo che avevo da sempre e che ho raggiunto. Quello che ho provato è davvero difficile da spiegare. Per me voleva dire tanto e anche di più. È stata una giornata bellissima e un anno bellissimo.

“Non esistono tracciati stupidi ma solo atleti stupidi”. La disciplina è alla base del fair play…
La disciplina è fondamentale nello sport perché devi essere concentrato, devi lavorare tanto, anche se non è sempre facile, devi fare sacrifici e devi combattere per arrivare ai tuoi obiettivi. Ma poi tutto è ricompensato: sciare significa provare delle sensazioni stupende e tanta adrenalina!

Alessandra Sensini – velista olimpionica di windsurf

Premio Fair Play Menarini 2016 interviste

Cosa significa vincere il Premio Fair Play Menarini?
Il premio Fair Play Menarini è un bellissimo premio ma soprattutto importante. Sono onorata di far parte nella lista degli atleti che lo hanno ricevuto. Ma soprattutto mi fa piacere perché ho fatto del fair play il centro di tutta la mia carriera agonistica.

Che consigli vuoi dare ai bambini che vogliono praticare il windsurf?
È uno sport bellissimo, facile. Non bisogna avere paura, l’importante è avere un po’ di dimestichezza in acqua. Il resto è tutto istinto. Perché è con l’istinto che impari a conoscere il vento e a seguire le onde del mare.

Sara Morganti, atleta paralimpica specialista del dressage

Premio Fair Play Menarini 2016 interviste

Parlaci della tua disciplina e del perché è così speciale?
Il paradressage. Amo tantissimo questo sport perché coinvolge un altro essere vivente con il quale si mira a instaurare una comunicazione invisibile. Per costruire questo rapporto ci vuole tempo ma soprattutto una grande passione, perché l’atleta in questo sport non è uno solo ma sono due. Anzi siamo in due.

Continua il tuo percorso di avvicinamento alle Paraolimpiadi di Rio…
Si sta avvicinando sempre di più e adesso sembra che non ci sia più tempo per dare le ultime rifiniture al lavoro che abbiamo costruito. La preparazione quest’anno è stata intensa e piena di appuntamenti anche dal punto di vista delle gare. Penso di andare a Rio con Royal Delight con la quale ho vinto i mondiali 2014 e che continua a confermare di essere la migliore. Non vedo l’ora che questo sogno diventi una realtà e non più solo una cosa lontana. Non vedo l’ora di rivivere quella sensazione incredibile che ho vissuto la sera della cerimonia di apertura di Londra 2012. Dove davvero ti rendi conto di esserci. Perché per partecipare alla Paraolimpiadi devi essere tra i migliori d’Italia e l’Italia deve essere tra le 10 migliori al mondo per risultati.

3 ingredienti fondamentali dello sport?
Uno: la passione, senza non possono arrivare i risultati.
Due: tantissima forza di volontà, perché ci sono i momenti difficili e senza forza di volontà non è possibili sopportarli.
Tre: il supporto e il sostegno delle persone che costruiscono con te questo risultato.

La vittoria è il punto di arrivo di un percorso fatto con tante persone.

Leggi anche: Premio Fair Play Menarini 2016: Scopri i vincitori!

Giancarlo Antognoni, ex calciatore. Campione del mondo con la Nazionale italiana nel 1982

Premio Fair Play Menarini 2016 interviste

La domanda più difficile: i 5 valori che non bisogna dimenticare
Disciplina, determinazione, rispetto dell’avversario e degli altri. E infine il “saper perdere”, perché giustamente tutti puntano alla vittoria, ma le sconfitte esistono e bisogna accettarle… sportivamente.

Gianluca Pessotto, team manager “Primavera” Juventus

Premio Fair Play Menarini 2016 interviste

Calcio e fair play, perché questo connubio è così importante?
Calcio e fair play sono importanti perché devono viaggiare insieme Perché non ci può essere calcio senza fair play, non ci può essere calcio senza rispetto, non solo degli avversari, degli arbitri, dei tifosi, ma anche di se stessi. Il calcio è prima di tutto passione e vive della passione dei giocatori e dei tifosi.

Quale insegnamento speri di lasciare ai nuovi campioni di domani?
L’insegnamento che vorrei lasciare è quello di aiutare ad amare il calcio e lo sport. Perché quando fai uno sport o un’attività che ami non ti pesa niente, anche se devi sopportare gravi rinunce. Ecco, questo che mi piacerebbe: riuscire a far brillare gli occhi dei ragazzi nello sport.

Leggi il racconto e guarda il nostro video delle tre giornate del Premio Fair Play Menarini

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