L’app dell’amore: Disfunzione erettile – autovalutati

La disfunzione erettile non va sottovalutata. Molto spesso può essere la spia di malattie riguardanti il sistema cardiovascolare, come ipertensione, diabete, infarti, ictus che non si sono ancora manifestate.

Purtroppo, però, ancora molti uomini preferiscono evitare di affrontare il problema non ritenendolo una malattia: eppure questo disturbo riguarda circa tre milioni di italiani ma solo una percentuale, 800-900 mila casi, chiede cure mediche.

App per essere informati a portata di un touch: Disfunzione erettile – autovalutati

Grazie alla SIU, Società italiana di Urologia, e con il contributo incondizionato del Gruppo Menarini, è stata realizzata “Disfunzione erettile – autovalutati”, un’app user friendly già disponibile su Google Play e App Store e scaricabile dal sito della SIU, www.siu.it, che fornisce informazioni su questo disturbo spiegandone cause e implicazioni.

“Abbiamo pensato di dare agli uomini uno strumento di facile accesso, da tenere letteralmente in tasca nel proprio smartphone – ha detto Vincenzo Mirone, segretario nazionale SIU – per conoscere meglio questa patologia estremamente diffusa di cui gli uomini ancora si vergognano”.

Come funziona l’app Disfunzione erettile – autovalutati

L’App, basandosi sulle risposte dell’utente a una serie di domande, fornisce un’indicazione sul rischio di disfunzione erettile. Al termine del test, infatti, viene fornita la valutazione tramite un semaforo: verde, giallo o rosso, per indicare il rischio a cui si è esposti. Oltre alla valutazione, sono disponibili informazioni scientifiche sulla disfunzione erettile, le possibili cause e un elenco di circa 300 centri pubblici italiani specializzati (forniti con indirizzo, numero di telefono e mappa) ai quali rivolgersi per ricevere diagnosi e terapie “ad doc”.

La valutazione dell’App non deve essere, però, considerata come un’autodiagnosi, infatti come indica Vincenzo Mirone: “La nostra intenzione non è spingere all’autodiagnosi né bypassare il medico, ma aumentare la conoscenza e la consapevolezza di un problema che può essere molto insidioso e contro il quale oggi è disponibile una nuova arma terapeutica. Un problema poco conosciuto. E soprattutto evitato: di tre milioni di persone italiane che ne sono affette, solo 800-900 mila si sottopongono a controlli e cure. Numeri che danno la misura della necessità di diffondere la conoscenza di questo disturbo che, se non bastassero i problemi che provoca nella vita affettiva, è spesso un segnale di allarme per altre gravi malattie organiche che non si sono ancora manifestate come ipertensione, infarto e ictus”.

Leggi anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *