Cibo e Medicina: primo convegno “Food: a drug between the drugs”.

“Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”, già Ippocrate, nella sua Antica Medicina, considerava gli alimenti dei veri e propri principi attivi. E non solo…

Food: a drug between the drugs è il titolo del convegno che si è tenuto a Torino, dal 10 al 12 luglio, organizzato dalla Fondazione Menarini con il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’Università di Torino.

Lo scopo di questo incontro internazionale, al quale erano presenti i massimi esperti di Farmacologia e Clinica, è stato quello di analizzare il rapporto tra farmaci e alimenti.

Ancora oggi la loro interazione è un aspetto della clinica poco considerato e talvolta misconosciuto. Molto spesso, infatti, gli alimenti che compongono la nostra dieta quotidiana si comportano come altrettanti principi attivi che possono “scontrarsi” con quelli dei farmaci… pensiamo ad esempio alla caffeina!

“Alimenti ricchi di vitamina K come alcune verdure (broccoli, cavolo, spinaci, fagioli bianchi, verza, lenticchie) possono diminuire la risposta terapeutica dei farmaci anticoagulanti orali; bevande ricche di tannini (tè, caffè) diminuiscono la disponibilità di farmaci contenenti ferro; cibi ricchi di fibre riducono l’assorbimento di calcio…”

A prova di questo, la FDA (Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali), l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha pubblicato una recente guida relativa alle possibili interazioni.

“L’assunzione di cibo e bevande può influire sull’azione dei farmaci, non solo modificandone l’assorbimento ma anche interferendo direttamente coi meccanismi biochimici d’attivazione e degradazione, riducendone l’efficacia o potenziandone la tossicità.

Continua la dott.ssa Fulvia Pedani, direttore scientifico del meeting: “lo stesso meccanismo d’interferenza può accadere tra i diversi alimenti qualora vengano assunti contemporaneamente, a riconferma di quanto l’alimento scisso con la digestione in sostanze prime sia in realtà una vera e propria officina operativa.”

In questi anni, inoltre, stanno assumendo sempre più rilevanza gli studi sugli alimenti nutraceutici – ovvero alimenti-farmaco o alimenti salutari, termine coniato dal Dr. Stephen DeFelice, nel 1989 – che possono diventare un modo per raggiungere il benessere psico-fisico o addirittura per prevenire/contrastare diverse patologie.

“Identificare i meccanismi alla base dell’azione protettiva/preventiva di questi componenti e l’analisi rischi/benefici rappresenta una delle principali sfide per il futuro della ricerca in campo biochimico e tossicologico.”

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