BPCO: 9 malati su 10 nascondono la loro reale condizione di salute

Il rapporto tra paziente e medico si basa sulla comunicazione, ma se questa viene meno, a causa dell’incapacità di descrivere i sintomi e di conseguenza di comprenderli, ciò che si verifica è un pericoloso gap comunicativo, che potrebbe avere delle conseguenze dirette sulla salute del paziente.

Lo studio, realizzato con il supporto di Menarini e presentato al congresso della European Respiratory Society (Ers) 2017, a Milano, ha dimostrato che, in 9 casi su 10, il paziente con Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) non comunica al medico quella che è la sua reale condizione e che il bias percettivo aumenta con l’ingravescenza della malattia, rendendo più che mai necessario un cambiamento di rotta.

Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO): cos’è?

La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una malattia polmonare cronica caratterizzata da un’ostruzione progressiva delle vie aeree che rende difficoltosa la respirazione. Il più importante fattore di rischio della BPCO è il fumo di sigaretta, ma anche l’esposizione professionale a sostanze irritanti e l’inquinamento ambientale sono state riconosciute tra le cause della malattia. La BPCO si manifesta con tosse e catarro cronici e con una progressiva mancanza di respiro, prima da sforzo e in seguito, nelle fasi più avanzate, anche a riposo comportando forti limitazioni a svolgere le normali attività quotidiane.

È considerata la quarta causa di morte in Europa e negli Stati Uniti d’America e secondo le stime dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) colpisce 210 milioni di persone al mondo e causa la morte di circa 3 milioni ogni anno, soprattutto tra gli anziani e i fumatori.

Eppure la BPCO è spesso sottodiagnosticata, e tra i motivi vi è la questione che 9 pazienti su 10 mentono sulla loro reale condizione di salute.

Ricerca su BPCO: 9 pazienti su 10 mentono sulla loro reale condizione di salute

Pubblicata sull’International Journal of Copd, la ricerca è stata condotta in Italia, Spagna e Germania su circa 1000 persone: 1/3 medici, 1/3 specialisti in pneumologia e 1/3 pazienti, con età media di 55-64 anni (di cui il 41% donne).

Attraverso la somministrazione di questionari “a specchio”, posti a medici di famiglia, pazienti con Bpco e pneumologi, è stato analizzato la percezione della patologia rispetto i diversi punti di vista. I questionari includevano al loro interno un mix di domande chiuse, a risposta multipla pre-codificata e domande relative ai domini attitudinali e comportamentali.

Dai dati elaborati dalla QuintilesIMS, grande società di consulenza per l’Healthcare, emerge che solo l’11% dei pazienti si dichiara “abbastanza franco” nel rapporto con i medici, ben l’89% “generalmente non franco”, mentre nessuno (lo 0%) dichiara di essere “totalmente franco”. Si mente sulla questione del fumo: ad esempio, si sostiene di aver smesso ma si fuma ancora; oppure sugli esercizi prescritti per mantenere attiva la muscolatura respiratoria che invece non vengono svolti o, più semplicemente, non si comunica il disagio che si affronta nella vita quotidiana.

Una realtà questa che, però, viene sottostimata dagli stessi professionisti, infatti come dimostra la survey risulta che: il 42% dei medici di medicina generale ritiene che i pazienti siano abbastanza franchi, il 53% ritiene che generalmente non lo siano e il 5% che siano totalmente franchi; e tra gli pneumologi la percentuale è rispettivamente del 49%, del 50% e dell’1%.

Menarini e il suo supporto non condizionata alla ricerca

«Il gap comunicativo ha delle conseguenze dirette sulla salute del paziente – spiega Bartolomeo Celli, professore di medicina presso la Harvard Medical School di Boston e autore principale dello studio – se non c’è una comunicazione aperta tra le due figure, non ci si può davvero capire e non si possono attuare tutte quelle “contromisure” necessarie per un maggior controllo della patologia. Su questo aspetto è importante lavorare per promuovere un dialogo aperto, al fine di migliorare le cure e permettere sia al paziente di affrontare meglio la sua quotidiana battaglia con la BPCO, sia alle figure sanitarie di fare il massimo per comprendere ed aiutare i pazienti.»

«Dopo una lunga e positiva esperienza italiana in ambito respiratorio, Menarini è diventata in poco tempo una solida realtà internazionale nella lotta alla Bpco – commenta Lorenzo Melani, Direttore Medico Corporate del Gruppo Menarini –. Con questo progetto, Menarini vuole offrire un valore aggiunto al rapporto tra medico e paziente, nell’ottica di aiutare entrambi ad avere una comunicazione onesta e di qualità, così come profondamente insito nella nostra filosofia aziendale.»

Del team di ricerca hanno fatto parte anche Francesco Blasi dell’Università Statale Ca’ Granda di Milano, Mina Gaga, Presidente Ees, Dave Singh dell’Università di Manchester, Claus Vogelmeier della Philipps-Universität di Marburg e Alvar Agustí dell’Università di Barcellona.

Scopri la differenza tra asma bronchiale e BPCO

33 risposte a “BPCO: 9 malati su 10 nascondono la loro reale condizione di salute”

  1. Soffro di asma allergica tuorlo e albume d’uovo e sono comunque una fumatrice non nascondo il mio problema ma nessuno gli da giusta importanza . Arrivata a 40 anni non posso più fare il mio lavoro da chef . Ma neanche nessun tipo di vaccino mangiar e latticini nessuno sa cosa estraggono dall’album dell’uovo …..ed io ho dovuto fare le mie ricerche da sola ….

  2. Ho trovato interessante l’articolo perché sono anni che combatto con il catarro .
    Ho chiesto a vari medici se c’è una cura ma niente non rispondono tanto che ho problemi anche con l’udito per questo.
    Ora ho quasi 75 anni non ho mai fumato ma da 12 anni abiti su un fronte strada e devo respirare tutto lì smog delle macchine.
    Chissà se qualcuno può aiutarmi .

  3. Credo che molti non vogliano smettere di fumare altri hanno paura di curarsi ma ci sono anche coloro che con debiti alti hanno paura di non avere abbastanza soldi da coprire le spese mediche e poter continuare a fumare altri ancora non vogliono conoscere la propria situazione di salute considerando che tanto si deve morire.

  4. Articolo molto importante.
    Ho difficoltà a smettere di fumare e sono debole in qst.dipendenza.
    Cordiali saluti
    Spomenka

    • Fai un funerale alle sigarette. Non dare spiragli. Non lasciare sigarette sparse per casa. Ogni volta che ti viene una crisi d’astinenza pensa in maniera decisa che i sacrifici che stai facendo perderebbero di importanza se ti facessi coinvolgere anche per una sola boccata. Pensa sempre che tu sei piu’ forte di loro e che vincerai questa sfida difficile ma non impossibile. Tu vali molto di più di una fumata di sigarette . Faglielo tu il funerale prima che loro lo facciano a te

    • Smettere di fumare? Facile. Io l’ho fatto dall’oggi al domani. L’avessi fatto prima. Serve solo una volontà ferrea.

  5. È una patologia inizialmente difficile a conviverci ma poi pian piano e con difficoltà si riesce a gestirla. Sono un paziente con grave forma di enfisema, faccio uso di ossigeno x circa 24 ore al giorno.

  6. Mia madre è appena morta per questa malattia.
    Ha fumato tutta la vita, inoltre faceva la parrucchiera quindi altra causa. Dopo 10 giorni di maschera ad ossigeno se ne è andata. Aveva 84 anni, d’accordo ma ha passato metà della sua vita tra aerosol e ventolin.
    Smettete di fumare!

  7. I medici, a mio avviso devono fare i medici, ci sono tanti casi in cui le persone possono non essere in grado per tantissimi motivi di riferire i sintomi,o peggio tacere un sintomo o per paura o perché lo ritengono irrilevante anche inconsapevolnente,allora bisogna essere attenti all’osservazione del paziente all’esito della visita e se si ha un dubbio ci sono le analisi e altri accertamenti diagnostici che possono essere di aiuto ai medici.Pero quando un paziente riferisce con accuratezza e competenza i sintomi e,magari si fa pure la diagnosi lasciate stare il vostro orgoglio ferito e ascoltate quel paziente farlo dopo non serve a nessuno.

  8. Non so se ho questa malattia. In verità io dico sempre al mio medico che non respiro bene, che mi sento soffocare, che a causa della tosse ho una vita sociale limitata. Anche tutti i broncopneumologi che ho interpellato, mi dicono le stesse cose e cioè fare tac, lastre, le solite cure etc. Diagnosi mai. Non sono io che nascondo, ma sono loro che spesso sottovalutano.uno di loro è anche mio marito, cardiologo. Ma si sa la moglie del calzolaio va senza scarpe…credo che bisognerebbe fornire ai medici di base un prospetto di domande precisi e mirato, e di fronte a sintomi che non passano, non ritenere che il paziente anziano sia troppo allarmista,. Occorre, poi, creare dei centri specialistici di eccellenza dove potersi rivolgere.
    E Per fare tutte le analisi del caso mirate alla patologia, e non essere spediti da un professionista all’altro. Spesso infatti la parcelliizzazione degli interventi non porta ad avere un quadro chiaro della situazione. Per esempio io non ho ancora trovato un centro simile.

  9. L’indagine pare non affrontare la competenza e la professionalità intesa come passione ed attaccamento alla delicata mansione a cui sono chiamati i medici.
    Saluti da un malato cronico di BPCO!

  10. L’articolo rispetta la realta, non la mia che cerco di fare tutto ciò che mi è stato consigliato,ma purtroppo da circa sei mesi ho problemi,accompagnati anche con un ricovero di 11giorni per una crisi respiratoria.i medici dicono che bisogna trovare la cura giusta e spero che la ditta menarini trovi la medicina che vada bene per tutti i malati di BPCO .

  11. Mio marito è un bpco ed è da quasi 6 anni che è ammalato, lo hanno tracheostomizzato e non sta male, bisogna aspirarlo ogni tanto e poi ogni mese bisogna cambiare la cannula. Lui si può ritenere fortunato, questo è vero, e quest’anno a maggio compie 78 anni. Io devo dire che ho trovato ottime persone che mi hanno aiutato e alcune mi aiutano ancora. Mi ritengo molto fortunata.

  12. Ritengo le vostre affermazioni esatte. Infatti, manca la necessaria franchezza nei confronti del medico specie se quello di base. Ci si va ma non si ha il coraggio di dire tutto. Insomma manca la confidenza. Talvolta si teme di dover fare esami invasivi o addirittura si teme una infausta sentenza e….. si mette la testa sotto la sabbia aspettando gli eventi. Solo dopo anni col mio medico sono arrivato a parlare liberamente come si fa con un buon amico.

  13. Sono affetto da Bpco ho passato i 73 anni ho smesso di fumare da 25..sono allergico alle graminacee sin da bambino ma grazie ai vaccini e alle cure ho morigerato mioto la situazione”allegia” agente scatenante .Ora faccio solo attenzione a raffreddamenti e sindromi influenzali..
    Che risvegliano la patologia (cronica) per il resto..grazie
    anche a belle camminate in riva al mare…me la cavo…!

  14. PURTROPPO SÌ SPENDONO MILIONI DI EURO PER ESEMPIO PER I COSTI DELLA POLITICA….BASTEREBBE UN BANALE SCREENING NON INVASIVO TIPO SPIROMETRIA O VALUTARE CON PULSIOSSIMETRO IL PAZIENTE MA IN UNA NAZIONE CHE SPRECA TUTTI I GIORNI I SOLDI PER IL BENESSERE DEI CITTADINI….

  15. Mio padre è morto un anno fa per le complicanze da Bpco… ha fumato tutta la vita ma pur avendo smesso è stato troppo tardi. Non fumate , non cominciate neanche…. credetemi…

  16. Perché non si creano centri per smettere di fumare ???
    Quello dove andavo io la sanità lo ha chiuso
    Si dovrebbe cominciare nelle scuole
    Ragazzini delle medie già fumano!!!!!

  17. Mi associo al forum…dicendo che per 31 anni ho gestito una stazione di servizio carburante…gasolio e sopratutto benzina…a quei tempi esisteva anche la benzina normale esopratutto la siper con piombo tetraetile più alchilato benzene ed additivi vari …insomma un coktail di veleni….come non bastasse…fumavo un pacchetto e mezzo di sigarette italiane MS…..poi nel lontano 2002 ho smesso di fumare totalmente…..da radiografie effettuate nel 2015 i miei polmoni sono risultati perfettamente puliti..come vergini….aggiungo che da 20 anni faccio il viticoltore evivo in aperta campagna……Mah…non saprei cosa dire….ma non ho problemi di sorta….

  18. Prevenire la maggior parte dei casi di BPCO è possibile, basta NON FUMARE. Quando si è fumatori Certo non è facile, ma bisogna insistere a provare, riprovare e farsi aiutare perché la cessazione del fumo è l’unica strategia in grado di modificare la malattia ed è molto più importante delle terapie mediche. Quindi BASTA FUMO, poi si parla di farmaci e terapie, e per le riacutizzazioni infettive vale la somministrazione del VACCINO ANTIPNEUMOCOCCO. Il 21 novembre è la giornata mondiale della bpco ed il 31 maggio è la giornata mondiale senza tabacco Almeno in questi 2 giorni non fumate e non fate fumare chi vi è vicino

  19. Io invece asmatico da 40 anni vivevo una vita serena quasi da persona non asmatica,da circa 3 anni vivo in un incubo lo dico perché magari a qualcuno potrebbe servire. In commercio ci sono da qualche anno a questa parte PROFUMATORI per lavatrice,e sono profumazioni molto intense anzi fortissime ,pur non utilizzandolo ma semplicemente respirandolo da chi mi circonda ho sintomi incredibili : fatica a respirare, bruciore alla gola,tosse sia secca che con catarro ,i sintomi spariscono solo se mi allontano da queste profumazioni ma non subito ci vogliono alcuni giorni. Magari questo mio messaggio potrebbe servire a qualcuno che come me ha avuto sintomi strani da un giorno all’altro proprio come me,per scoprire da cosa derivava il mio problema ci e voluto quasi 1 anno. ciao a tutti

  20. Ho associato per 35 anni il fumo di sigaretta ai gas di scarico dei locomotori (come professione facevo il macchinista in.ferrovia) e quindi la bpco per metà me la sono cercata . Erano continue le limitazioni quotidiane per via della respirazione affannosa .tosse rantoli ecc ecc. Da un mese ho smesso di fumare su perentorio consiglio di un bravo pneumolo della ASL dopo varie spirometrie radiografie ecc. Spero di risolvere il problema perché oggi sono diventato anche un costo sociale. Due broncodilatatori al giorno costano quasi 100 euro al mese. Comincio a sentirmi meglio e non fumare allo stadio o in luoghi pubblici è una goduria…………..che un fumatore dovrebbe provare.

  21. dopo anni di catarro scuro 0e consigli del medico di famìglia di smettete di fumare (nei primi 10 anni di fumo ho provato piu’ volte senza riuscirci), e quando, oltre al catarro misto a fili di sangue, sono sopraggiunti problemi di asma, in ospedale per controlli, mi hanno invitato a smettere di
    fumare sicuri che ci potevo riuscire, dopo qualche mese sono andata dal medico di famiglia non riuscivo a camminare ed ero senza fiato, ha subito pensato a un problema di cuore ma ho chiesto di prescrivermi qualcosa per l’asma e mi ha invitato a non fumare, ho cominciato a dimezzare compravo un pacchettp da 10 per fumarne 5 nel pomeriggio e 5 il giorno dopo, il che vuol dire che alle 13 compravo di nuovo il pacchetto, e questo per mesi e con catarro continuo anche mentre fumavo
    e anche sei mi facevo schifo per quel che facevo, dopo mesi tornando a casa mia sorella mi ha ricordato se avevo le sigarette (se non ne avevo mandavo lei a comprarle) ma quel giorno ho risposto un no secco , provo a stare senza se ci riesco posso ricominciare se voglio, da quel giorno non ho piu’ fumato e sono quasi 10 anni, i problemi ormai ci sono e non vanno via solo perche’ si smette ( dopo tanti anni), i primi anni mi veniva ” voglia?” di fumare ma non ho mai provato perche’ convinta che in meno di una settimana ritornano i problemi
    ed e’ meglio non farlo.
    Ho voluto raccontare la mia esperienza sul fumo con l’intento di poter convincere altri a smettere, se non lo facciamo di nostra volonta’, saranno i danni del fumo a far smettere.

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